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Un altro prodotto BEA finisce nel quadrante Leader di Gartner: è il BPM (Business Process Management). Il report Magic Quadrant Report for Business Process Management Suites (BPM)” descrive in dettaglio quali tipi di processo possono essere migliorati con un BPM, i punti di forza e di debolezza di 22 fornitori di soluzioni, ed i 10 fattori più importanti che un’azienda deve considerare nell’acquisto di un prodotto di BPM. Il report completo è scaricabile a questo indirizzo. Buona lettura.

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Abbiamo appena rilasciato i risultati di una interessante ricerca condotta su 134 Partner di BEA in Europa (26 paesi), Partner che operano su Clienti Enterprise, Grandi aziende e Medium e Small Business. Ecco cosa ne emerge:

  1. il 36% ritiene che la maggiore opportunità di business per il 2008 sarà il BPM (Business Process Management), su tutte le tipologie di Clienti;
  2. al secondo posto la Business Integration (20%) ed al terzo la SOA Governance (13%);
  3. le soluzioni di Portale saranno quelle più interessanti nel settore Enterprise e Grandi Aziende;
  4. mentre il maggior ostacolo che stanno affrontando ora sono le barriere tra l’IT ed il Business all’interno dei Clienti

Non possiamo che essere d’accordo con queste valutazioni che arrivano da Partner in tutta Europa.In particolare due commenti. BPM: da buzzword a progetti reali. Tutti ne parlano ma non solo: molti clienti stanno realizzando fior di progetti sul BPM, e stanno toccandone con mani i positivi risultati.Secondo punto: IT e Business a confronto, altro tema ricorrente ed evidenziato non solo da noi, ma da Clienti ed Analisti: ed ancora una volta, BEA è in prima linea con le soluzioni di Business Liquidity ….Grazie a tutti i Partner che hanno contribuito … e vedremo come le aspettative si tradurranno in realtà nel prossimo anno.

Tempo fa partecipai ad un avvincente progetto di integrazione: inserimmo un “bus” per lo scambio di messaggi fra le diverse applicazioni di una SIM (Società di Intermediazione Immobiliare) e grazie a questo “strano oggetto” i traders ed i loro capi potevano vedere informazioni tra loro correlate ma che risiedevano in sistemi differenti ed isolati. Le modifiche avvenivano in tempo reale ed i dati erano dunque sempre aggiornati.

Ma non fu questa la parte che più piacque al cliente. L’iniziativa ebbe successo grazie alla rapidità con la quale l’IT riusciva a realizzare le richieste dell’utente finale. Oltre naturalmente, all’affidabilità del sistema, che non perdeva un messaggio.

Se, dopo quasi dieci anni, cito ancora quell’esperienza è perchè il confronto con la realtà di oggi appare ancora istruttivo: le interfaccie di comunicazione fra il bus e le applicazioni da integrare venivano sviluppate a mano di volta in volta, partendo da un set di librerie proprietarie. Non esisteva il concetto di processo o di orchestrazione. Il mapping dei dati era realizzato con uno strumento visuale che alimentava un motore esterno al bus. Forse ciò che è cambiato meno da allora ad oggi è la trasformazione dei messaggi. Eravamo già ad uno stadio evoluto, anche se non utilizzammo standards come XML.

In un progetto più recente che ho potuto osservare da vicino, il system integrator ha semplificato la componente di integrazione ed introdotto l’uso di un motore di processi utilizzando WebLogic Server e WebLogic Integration. Il bus comunica con le applicazioni via SOAP, RMI o JDBC, ed ha integrato la componente di processo consentendo la creazione di nuove funzionalità basate su quelle offerte dei sistemi esterni.

WebLogic Integration ha fatto la parte del leone. Ha consentito l’integrazione delle applicazioni e lo sviluppo dei processi in pochissimo tempo. L’infrastruttura di test inclusa nel prodotto ha ridotto i tempi di collaudo e le funzionalità del motore hanno sollevato il system integrator dall’onere di dover sviluppare da sé la logica di stato e persistenza di messaggi e di processi.

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Naturalmente non solo BEA Systems offre strumenti di questo tipo. Ma ciò che voglio evidenziare, al di là dei prodotti utilizzati, è il progresso avvenuto in questo campo. Si programmano sempre meno le interfaccie di comunicazione (che son sempre state una materia ostica, nello sviluppo e nel collaudo) e si riduce sempre di più il tempo di realizzazione di nuove funzionalità, grazie all’uso dei process engine come WebLogic Integration.

Oggi affronto un progetto d’integrazione con grande serenità, convinto che l’adozione di WebLogic Integration sollevi il team da molto lavoro inutile, elimini le cause di tanti errori e consenta di raggiungere l’obiettivo con tempi certi e, cosa più importante, con la soddisfazione del cliente.

 

Qualche giorno fa BEA ha rilasciato il nuovo report “State of the Portal Market 2007: Portals and The Power of Participation” (bea_state_of_portal_market_2007-wp-it.pdf)(46 pg) che riassume i dati della annuale ricerca (ormai la sesta edizione), frutto di oltre 450 interviste a CIO clienti di BEA, più un centinaio di report di analisti (Gartner, IDC, Forrester ed altri) collezionati negli ultimi 12 mesi. Una fonte ragguardevole di informazioni che fotografano una serie di aspetti su cui le aziende italiane ed internazionali stanno riflettendo.

  1. Business e IT – BPM e SOA: l’incremento delle iniziative di business process management (BPM) e Service Oriented Architecture (SOA) stanno spingendo l’uso di portali. Questo perchè i portali sono la naturale interfaccia di architetture a servizi, di sistemi di process management, e di sistemi di collaborazione. 
  2. Business participation – Web 2.0: dopo l’impatto rivoluzionario delle società Web 2.0 sul consumer, le aziende stanno adottando questi stessi principi per utilizzarli all’interno. Ed i portali sono ancora una volta lo strumento principe per rendere disponibili funzionalità Web 2.0 e di social computing enterprise.
  3. Benefici: oltre ai benefici legati strettamente al fatturato evidenziati dal report, i clienti dei portali BEA sottolineano benefici come l’aumento della produttività e dell’efficienza dei dipendenti, la riduzione dei costi di supporto e servizio, l’aumento della fidelizzazione dei clienti, il consolidamento dell’infrastruttura IT e la riduzione dei costi operativi, grazie alla diminuzione dei processi manuali o basati su carta.
  4. Costi di implementazione: Per il 77% dei clienti di portali BEA, i costi di consulenza e personalizzazione sono stati minori dei costi di licenza, e questo dimostra come il portale sia un mezzo di implementazione rapido e flessibile per un’ampia gamma di iniziative aziendali.
  5. Ampliamento dell’audience: nonostante la tendenza al consolidamento, il numero di portali implementati in azienda è in aumento. E questo incremento è dovuto all’aumento delle audience supportate dai portali e dalla maggiore flessibilità della tecnologia per velocizzare lo sviluppo e l’implementazione delle applicazioni.

Riassumendo, il report rivela che, per il sesto anno consecutivo, i portali rimangono una priorità per i CIO delle aziende. Conferma, inoltre, che i portali rimangono la piattaforma ideale per consolidare le applicazioni, permettere l’integrazione e il riutilizzo dei sistemi e dei dati esistenti ed aiutare i clienti a mettere a disposizione degli utenti – sempre più amanti delle community – le funzionalità Web 2.0 e le tecnologie di social computing.È possibile scaricare questo studio all’indirizzo: http://bea.com/whitepapers/portal-marketQui sotto uno dei tanti grafici che supportano i risultati del report.

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